tutto quello per iniziare ad andare in mtb o… farlo meglio...
Preparazione fisica
Importante ricordare che per affrontare l’attiviità della MTB è necessario prepararsi fisicamente; l’allenamento deve essere costante e progressivo. Il lavoro duro fa bene se si è allenati e preparati; abusare del proprio fisico quando non si è ancora allenati a sufficienza può creare strappi e incidenti e scarsi risultati.
Se facciamo qualcosa controvoglia non lo facciamo come andrebbe fatto. Se siamo in armonia lo facciamo meglio ed otteniamo più velocemente risultati positivi.
La seconda cosa da ricordare è che bisogna lavorare entro i propri limiti. E' quindi importante anche conoscere i nostri limiti che possono essere allargati con un'attività costante e graduale nel tempo che ci potranno permettere un graduale aumento della tipologia del percorso.
La MTB richiede una certa dose di impegno fisico ma da grandi soddisfazioni; può essere comunque praticata a diversi livelli di difficoltà.
Per chi vive in città può sfruttare le opportunità che questa offre nelle immediate vicinanze, anche solo facendo giri di 2-3 ore, utilizzando i Parchi e le piste ciclabili che presentano aspetti di diversa difficoltà.
La MTB uno sport affascinante quanto impegnativo e faticoso,per cui diamoci degli obiettivi: allenarsi a “stare in sella” dopo 4-5 ora può essere gravoso, fare le ripetute, resistenza in salita-forza resistente, resistenza sulle lunghe distanze, incrementare le difficoltà di discesa per affrontare al meglio percorsi accidentati.
Ricordiamoci comunque di rispettare il nostro fisico con periodi di riposo proporzionali allo sforzo imposto.
Non dimentichiamo comunque che per un buon resa è importante una psicologica, in particolare se si vogliono affrontare percorsi più impegnativi
L'allenamento può essere definito come un "passaggio ad un livello superiore di efficienza fisica” ma deve essere graduale Ma va fatto nel tempo.
Ricordiamoci che quando lo sforzo perdura per almeno 30 - 60 secondi con pulsazioni variabili tra le 140 e le 200 al minuto (ad esempio in uno scatto lungo) si ha il processo anaerobico lattico si va in debito di ossigeno e produzione di acido lattico. Se il carico é troppo intenso e si lavora a lungo in anaerobico lattico si entra in emergenza anaerobica.
Ad una troppo elevata produzione di acido lattico (si supera la cosiddetta soglia anaerobica) il nostro organismo non riesce a far fronte con conseguente scadenza della performance. Per questo viene consigliato l’uso del cardiofrequenzimetro, con cui controllare costantemente la propria frequenza cardiaca.
Ad una troppo elevata produzione di acido lattico (si supera la cosiddetta soglia anaerobica) il nostro organismo non riesce a far fronte con conseguente scadenza della performance. Per questo viene consigliato l’uso del cardiofrequenzimetro, con cui controllare costantemente la propria frequenza cardiaca.
Prima e dopo ogni allenamento è importante dedicare alcuni minuti per effettuate alcuni esercizi di allungamento (stretching)..
Manutenzione della bike
Diamo alcune informazioni da effettuare dopo ogni uscita in modo da avere il nostro mezzo al meglio. oltre a sottoporre comunque periodicamente, la bici all’attenzione di un meccanico specializzato, per la verifica dello stato complessivo del mezzo ed usura dei componenti, come ad esempio che va sostituita secondo il tipo di utilizzo dopo circa 3.000 km per evitare che il suo allungamento deformi la dentatura di guarnitura e pignoni.
Non è necessario lavare ogni volta tutto il mezzo con acqua (la stessa si infiltra e non fa bene), è invece indispensabile porre attenzione:
- Telaio e Forcella: esaminare attentamente le parti soggette a stress, farsi un “giro di brucole” verificando il serraggio delle stesse senza però forzarne la tensione,
- Freni: pulire le piste dei cerchi con straccio e alcool Passare leggermente con carta smeriglio fina la superficie di attrito dei pattini, controllando l’usura, (la sostituzione è cosa delicata e va fatta da persona qualificata) ripristinare la giusta tensione delle leve freni con i registri, una goccia di olio nei perni del V/B o C/L; Freni disco pulire dischi con alcool, controllo usura pasticche.
- Ruote: controllare la centratura e l’integrità dei cerchi, dei raggi la tensione, del copertone l’usura e l’intergità della carcassa, il gioco dei mozzi, è opportuno tra una uscita e l’altra di sgonfiare i copertoni (nel tempo rimangono più elastici) rigonfiandoli con una pompa a colonna con manometro prima dell’uscita così da impostare la giusta pressione a seconda del terreno da affrontare.
- Trasmissione: premessa se si lubrifica la catena “a goccia” passando per ogni cilindretto si evita di imbrattare di olio la stessa i pignoni e la guarnitura cosa che favorisce il fissarsi di polvere e fango, se si dispone di catena a maglia rapida (è meglio) smontarla e sciacquarla in petrolio lampante (ferramenta, da filtrare poi con scottex e riutilizzare) altrimenti con barattolo e pennello; Guarnitura, pignoni, deragliatori se non infangati e non imbrattati preventivamente di olio si puliscono bene con una spazzola o pennello asciutti si possono comunque lavare con acqua e detergente tipo piatti, poi su componenti asciutti lubrificare a seconda della stagione con olio asciutto o umido “a goccia” solo gli snodi deragliatori e i cilindretti della catena.
- Pedali: controllare gioco movimento centrale e assi dei pedali, pulire con acqua e sapone il meccanismo dei sganci rapidi, oliare a goccia dove necessario.
Queste operazioni richiedono circa 30 minuti, sono indispensabili dopo ogni uscita e sono più utili di un lavaggio generale del mezzo che se apparentemente più pulito non sarà altrettanto efficiente.
Premessa importante è che non si imparerà mai abbastanza e non si avrà mai sufficiente sicurezza se non si sviluppano doti di abilità con allenamento specifico e non soltanto nelle varie situazioni durante le uscite, per fare gli esercizi necessari bastano pochi metri quadrati, un cortile, un giardino, un prato vicino casa, ma l’importante è provare e riprovare fino ad ottenere l’effetto desiderato con naturalezza ed il minimo sforzo.
Patrizia Càtera e Orazio Carallo
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