venerdì 21 dicembre 2012

n. 9 - IL TUSCOLO


 IL TUSCOLO
it.wikipedia.org/wiki/Monte_Tuscolo


Difficoltà generale: medio
Difficoltà tecnica: °°
Difficoltà fisica: ***

Lunghezza: 15 km.
Disl. Totale: 480 mt
Periodo consigliato: tutto l’anno
Tempo di percorso: 2 ore

Generale: Itinerario per biker allenati. Molto bello si svolge fra Frascati e Monte Compatri, il terzo del classico trittico dei Castelli Romani. Il giro raggiunge la cima del Monte Tuscolo (626 mt) e poi Monte Salomone (mt 771) dal quale si può godere di un  bel panorama che abbraccia tutta la zona della Molara e Grottaferrata e Monte Compatri fino ad arrivare a Rocca  Priora. Volendo si può utilizzare il treno scendendo a Frascati.

Il giro parte appena sopra Frascati. Raggiunta Frascati salire direzione del Tuscolo e ca dopo 1 km sulla sinistra, Casino Villa Rasponi si può parcheggiare..Frascati si raggiunge dalla Tuscolana..


Descrizione tecnica del percorso:dopo aver parcheggiato. al casino V.la Rasponi, quota 440 mt ca, in sella su asfalto, tenendo la destra, sulla vecchia via Tuscolana, si raggiunge un incrocio dove si prende a destra. km 2 –mt 580.
Proseguire fino a raggiungere il secondo parcheggio, dove si incontrerà un chiosco, continuare diritti costeggiando la recinzione e oltrepassare il chiosco così facendo ci si  inoltra nel boschetto.
Proseguire fino allo sterrato che costeggia una recinzione si raggiunge il Teatro Romano dove si prende a sinistra..
Il precorso prosegue su una traccia di prato erboso, in rapida discesa. Alla fine della discesa, km 3,80 – 570 mt, svoltare a sinistra lungo il sentiero che riprende lentamente a salire, passando fra alberi sparsi, sulla destra si può scorgere una sorgente di acqua potabile. Salendo si raggiunge la Croce del Tuscolo (626 mt).
Dopo aver fatto rifornimento, tenere sulla sinistra il fontanile si riprende verso destra, e si costeggia la recinzione in leggera salita. Proseguire sulla traccia abbastanza visibile per poi incontrare lo terrato e ca 5 km  si incontra un caseggiato, poco visibile; prendere a sinistra del fabbricato, traccia poco visibile e avviarsi nella direzione di Monte Compatri, per raggiungere la cima di Mnt. Salomone.
Dopo ca 1 km di sterrato si incontra un bivio, continuare a sinistra dove la radura è piuttosto fitta; dopo poco si è raggiunta la cima di Monte Salomone km km 6,5 –771 mt.
Dopo una breve sosta per godere del piacere del panorama si prosegue e al bivio si segue dritti sulla traccia dello sterrato, più stretto, e si inizia a scendere. Qui la discesa, per ca. 1 km, si fa un pò tecnica per poi iniziare a spianare.
Continuando così, nel sottobosco e mantenendo la sinistra, all’incirca al km 8 si raggiunge, una corta e ripida salita di difficile pedalabilità, poco visibile, e sulla sommità si prende a destra.
Proseguire sul sentiero, poco visibile in particolare dalla vegetazione spontanea dove alla fien del boschetto riprendere verso sinistra e al primo bivio si svolta a destra fino a raggiungere, in discesa la SP che porta a Monte Compatri, in basso sulla destra.
Mentre la strada piega a destra per portare in paese, si prende a sinistra, dove salendo si raggiunge la chiesetta di S. Silvestro, km 9-mt 630, qui si può fare un piccolo break e fare rifornimento di acqua alla fontana.
Costeggiando la piazza sulla sinistra si fiancheggia il muro di recinzione e, al bivio, svoltare a sinistra. Proseguire diritti prendendo lo sterrato che attraversa ampi prati e piega a destra, seguire percorso principale.
Al km 10 ca. si svolta a destra dove ci si spinge per raggiungere la sommità della Montagnola 750mt (che si erge sopra l’abitato di Monte Compatri).
Appena inizia l’asfalto si prende a destra e si costeggiando le cinte delle case si scende sull’asfalto che presto diviene sterrato. All’incrocio tenere la sinistra, dove si incontra un cartello “Macchia del Pianto” continuare sulla destra del cartello, su tracciato meno evidente che scende fino a sui pratoni.
Alla recinzione, in genere aperta, si costeggia e al km11 – si  attraversa.  
Dopo ca 500 mt si trova il bivio con le indicazioni per l’area archeologica del Tuscolo, prendere sulla dei cartelli, dove riprende a salire e si immette nel bosco.
Continuando a seguire le indicazioni per l’area archeologica, al secondo bivio, si devia per raggiungere l’Eremo del Camaldoli, (550mt) dove vale la pena una fermata..
Dopo la sosta all’Eremo si riprende verso il Monte Tuscolo, 12,3 km – 626 mt, che riposrta così al Teatro Romano, dove si riprende l’antica via Tuscolana. Tenere la sinistra per attraversare vasti prati .
Proseguire diritti fino a raggiungere SP del Tuscolo, attenzione al traffico delle auto. Seguendo l’asfaltata si ritorna al punto di partenza.


n. 8 - IL GIRO DELL’ARTEMISIO


it.wikipedia.org/wiki/Pratoni_del_Vivaro

L’ARTEMISIO(Castelli Romani)

Livello generale: impegnativo
Difficoltà tecnica.: 00
Difficoltà fisica. xxx

Lunghezza. 18 km
Dislivello totale: 1150mt
Tempo di percorso: 3 ore
Periodo consigliato: tutto l’anno

Generalità: percorso breve ma con un buon dislivello. Il giro racchiude il Monte Artemisio e prende avvio dal fontanile del Vivaro. Vicino a Roma e adatto a biker allenati. Fattibile tutto l’anno. Interessante anche in estate perché in parte protetto dalla vegetazione. Il giro si svolge sul lato opposto dei quello di Vulcano. Acqua presente
. 
Il giro parte dal parcheggio, esterno, del Centro Ippico Federale che trovasi su Via dei Pratoni del Vivaro.
I Pratoni sono raggiungibili da Roma percorrendo la Via Anagnina, superata Grottaferrata e prendendo la via dei Laghi, SP 18,  si trova l’indicazione per il Vivaro.

Descrizione tecnica del percorso: dal parcheggio del Centro Ippico, prendere a sinistra dopo il maneggio verso la provinciale, da dove si è arrivati; attraversare la provinciale all’altezza del km 4,8 prendendo così uno sterrato di fronte che è chiuso da una sbarra, oltrepassare. (1/2 km – 575mt)
All’primo incrocio prendere a sinistra e proseguire su un fondo sterrato ma comodo per ca 2 km in leggera salita. Tralasciando il bivio che si incontra sulla sinistra si proseguire diritti, continuando sempre diritti attraversare la radura, tralasciare anche un altro bivio sempre a sinistra, in discesa continuare in salita.
Raggiunta una larga sterrata vicino ad un tornante, ca km 4-656mt, si prende lo sterrato più a destra che sale e prosegue attraversando la radura fino ad aver percorso 6 km ca, dove ci si trova davanti ad una sbarra gialla da qui si inizia a scendere in modo veloce fino ad oltrepassare il rifugio della forestale al km 7,5 ca.; si è quasi a metà percorso.
Oltrepassato il rifugio si prosegue diritti, e in leggerissima salita, si attraversa il bosco fino al 9 km – 600 mt, dove si incontra un fontanile su un trivio, si può fare rifornimento, acqua potabile.
Tenendo il fontanile sulla destra si prosegue diritti su fondo buono.
Raggiunto un incrocio, sempre nel bosco, con una casetta rossa, a sinistra, prendere lo sterrato a destra in salita e proseguire su questo tracciato tralasciando le deviazioni laterali, continuare sempre in salita.
Abbandonare lo sterrato all’altezza di una malandata recinzione, per prendere un tracciato in discesa sulla destra poco visibile perché nascosto dalla vegetazione, ca 12 km-720 mt.
 Si scende fino a raggiungere il piano e ci si trova a ridosso della provinciale, precedente, da raggiungere attraversando il campo, nei pressi di un cancello bianco, dopo il quale si prende a destra, 13 km ca,, si percorrono ca 200 mt e poi si riprende lo sterrato che si snoda parallelo all’asfalto. percorrere per ca 3 km e continuare sempre costeggiando l’asfalto, da tenere a sinistra fino ad attraversare la via dei Pratoni del Vivaro, e tornando così al punto di partenza.
Cartografia: CTR 1:10.000 fogli 38806 38805 38802

lunedì 17 dicembre 2012

N. 6 - DA ROMA A CASTELGANDOLFO


DA ROMA A CASTELGANDOLFO
attraverso  Antica v. Appia

Difficoltà  generale: medio
Diff. Tecnica : °
Diff. Fisica :**

Lunghezza.: 55 km
Disl. Tot: 550 mt
Periodo consigliato:  tutto l’anno
Tempo tot. di percorso : 3 ½  ore

Generale: questo percorso può essere realizzato anche solo in parte, per questo è adatto a tutti; parte direttamente dal centro della città e non necessita dell’auto. La prima parte si svolge sul basolato della Antica Via Appia, un’escursione semplice alla ricerca del verde oltre le mura. La seconda parte persiste sulla Via Appia Antica, per ciò che ne rimane attraversando la Via Appia nuova. Prosegue poi su tratti di asfalto e sterrato fino raggiungere il paese di Castel Gandolfo, nei Castelli Romani, da dove si può ammirare il lago dall’alto, volendo, aggiungendo un  po’ di km si può fare una “salto” alle spiagge del lago di Albano e fare anche il giro del lago.
Il tratto dove abbandona l’antica Appia, all’altezza della loc. Frattocchie, si dovranno affrontare diversi strappi impegnativi per poter raggiungere l’altezza dei Castelli Romani, per cui la seconda parte è riservata a biker allenati.

Il giro parte da Roma città: Piazzale Numa Pompilio- Terme di Caracalla, dove inizia storicamente la Via  Appia Antica-

Descrizione tecnica del percorso: Dato che il percorso si svolge lungo l’antica Via Appia, frequentata sia da pedoni che da alcune auto è particolarmente importante prestare attenzione. Inoltre la strada incrocia diversi attraversamenti con strade molto trafficate,  solo a volte custoditi dai vigili è importante prestare attenzione. Chiaramente lungo il percorso può essere interessante porgere un attimo alla storia archeologica del sito che si attraversa può rendere il percorso più affascinante.
Il percorso parte da Piazzale Numa Pompilio,  andando verso Porta S.Sebastiano dove superato il semaforo inizia la via Appia Antica, in discesa fino alla chiesa del Quo Vadis. Sul bivio dell’Appia Antica con la Via Ardeatina si può, entrando attraverso il cancello davanti, attraversare il  complesso delle Catacombe di S.Sebastiano, che salendo con un breve strappo, primo piccolo impegno del percorso  permetterà di godere di una vista di particolare bellezza che farà già dimenticare di essere ancora in città.
Proseguendo la strada delle Catacombe con una brevissima discesa si torna sull’antica via appia all’altezza della zona archeologica del Circo di Massenzio e con una breve salita raggiungiamo la Tomba di Cecilia Metella. Davanti alla Tomba, possiamo fare rifornimento di acqua e osservare i ruderi suggestivi di un’antica chiesa romana, oltre all’interessante tomba a cilindro di C. Metella.
Qui inizieremo a fare i conti con la difficoltà dell’antico basolato romano, ripercorrendo i passi degli antichi e che richiederà un’pò di attenzione. Lungo la via antica è possibile evitare il basolato passando i brevi tratti alternativi ai lati del basolato, a volte con cunette di diversa difficoltà e single-trek che possono creare difficoltà se affronatti ocn leggerezza per cui se non ci resta particolarmente fastidioso il basolato consigliamo restare sulla via principale.
L’Appia Antica continuerà praticamente in pianura fino a superare gli incroci di Via di Tor Carbone (fontanella a destra) e Via di Torricola e lasciando sotto di noi il tunnel sul G.R.A.
Dopo una discesina si continuerà dritti su strada un poco dissestata e con due piccole salitele e si giungerà all’incrocio con la Via di Fioranello, a destra si trova la cava utilizzata come palestra di roccia per i free-climbing romani.
Qui se si vuole si può prendere a destra a lato di un grande casale, dopo una sbarra, si lascerà l’Appia per percorrere alcune facili sterrate in saliscendi all’interno della Tenuta di Fioranello, dapprima nel paesaggio delle cave di selce e poi in una zona caratterizzata da casali e grandi spazi agricoli aperti. Quando sentiamo il bisogno di fare ritorno faremo marcia indietro e si ripercorrerà tutta la strada a ritroso e le salite diventeranno discese e viceversa…
Classico: all’altezza con la  Via di Fioranello  proseguire dritto sul tratto rimanente della Via Appia e si raggiunge una strada molto trafficata, da attraversare per continuare la via Appia su un tracciato sempre più sconnesso si sottopassa il ponte della ferrovia all’altezza di S- Maria delle Mole, poi si attraversa ancora e si raggiunge l’ultimo tratto della antica Appia.
Proseguire  ancora dritti, in single track erboso ed in discreta salita. In cima allo strappo si raggiunge la fine dell’Appia all’altezza della frazione di Frattocchie;alla fine della antica via Appia, qui si può fare rifornimento di acqua minerale con un gusto frizzante. Prestando molta attenzione si raggiunge il semaforo che attraversa la Via Appia Nuova, e si  attraversa l’Appia Nuova dove si prende una strada Via del Sassone, dove si costeggia il convento dei Trappisti e si prende a destra per una strada poco trafficata che, dopo un primo tratto asfaltato e in discesa comincia a salire con forti pendenze. Da questo punto in poi lescursione sarà rallegrata dall’entusiasmo dei numerosi quadrupedi canini che vigilano sulla sicurezza delle abitazioni; la loro voglia di congratularsi con voi, a modo loro, per l’impegno dimostrato nell’affrontare le salite.
In cima al duro strappo si trova un’edicola sacra: qui si gira a destra in lieve falsopiano e si incrocia la strada provinciale di Spinabella.
Incrociata via Spinabella si prende a sinistra per pochi metri e si riprende a salire a destra per una stradina asfaltata che presto diventa sterrata, quindi nuovamente asfaltata, inerpicandosi con tratti molto duri fino a trovare una stradina a destra, via Verga che scende in maniera ripidissima fino all’imbocco del tunnel stradale che conduce al lago di Albano. Senza sfociare sulla pericolosissima strada, si tiene a sinistra Via Vinci, che sovrapassa il tunnel e  risale con una dura rampa che gira a destra. Al bivio si prosegue a sinistra quasi in pianura e poi subito a destra. Qui comincia un altro difficile strappo asfaltato che, con ragguardevole pendenza e dopo una svolta secca a sinistra, ci porta alla statale che corre sull’orlo del cratere. Girando a destra siamo in poche centinaia di metri sotto il Palazzo papale di Castelgandolfo e svoltiamo a sinistra per l’ultima salita che conduce, su sampietrini, al belvedere del lago. Qui, finalmente si può fare un piacevole break ammirando  il lago di Albano che apre sotto di noi.
Il ritorno verso Roma avviene, in gran parte, per la stessa strada percorsa in precedenza; il nostro ritorno sarà quasi tutto in discesa, rilassante con un ritorno soddisfacente della gita fuori porta ai Castelli Romani come da tradizione.

1 variante: se non siha tempo e ancora gambe, sul lato destro della chiesa, raggiunto Castegandolfo, prende inizio una discesa con scalette, divertente farle con la bike, si raggiunge l’asfalto che porta la lago e da qui prendendo a destra si può “circunavigare” il lago, per poi, prendere il traforo e riprendere la strada in precedenza.
2 variante: rgggiunto l’incrocio dell’Appia antica con Via dell’Almone, sul ritorno, a destra si raggiunge la Caffarella, da li si torna, con single-track e sterrati., tutti visibili, verso la fine del parco.

Descrizione archelogica: la via Appia Antica è integrata nel Parco Regionale suburbano dell’Appia Antica 3500 ha, è delimitata dalle Mura Aureliane, dalla via Ardeatina, dalla via Tuscolana, dall’Appia Nuova, dall’abitato di S. M.delle Mole e il fosso delle Cornacchiole. all’interno del Parco si trova il Parco della Caffarella  e il Parco degli Acquedotti due dei polmoni verdi, pubblici, della città. La morfologia del territorio si è formta a seguito del Vulcano laziale che attraverso una grande colata che ha raggiunto il punto ca. dove è il Mausoleo di cecilia Metella ha creato il paesaggio odierno.
La flora è particolarmente ricca ca. 700 tipi di flora spontanea. La via Appia era la più importante delle vie consolari romane “Regina viarum” anche per gli importanti monumenti ancora oggi conservatesi. Questo itinerario interessante per la valenza culturale.




























n. 5 - RISERVA DELLA MARCIGLIANA

Marcigliana (zona di Roma) - Wikipediait.wikipedia.org/wiki/Marcigliana_
RISERVA DELLA MARCIGLIANA

Difficoltà: facile
Difficoltà tecnica: *
Difficoltà fisica: °

Lunghezza: 25 km
Dislivello totale: 20m
Quota max: 40m
Periodo consigliato: Tutto l’anno

Generale: Questa proposta è un’altra di quelle possibile senza spostarsi dalla città di Roma. È un percorso facile ma interessante; si  snoda quasi interamente su strade sterrate tra le aziende agricole tuttora attive a nord della capitale in uno stupendo scenario naturalistico tra fattorie e fondi coltivati. Sono presenti diversi tratti di salita che richiedono comunque un minimo di preparazione. In inverno si può incontrare il fango.
La Marcigliana, si raggiunge con l’auto, attraverso la SP Nomentana e, subito dopo aver oltrepassato il G.R.A., girare a sinistra su via della Cesarina, andare avanti per ca. 2,5 km fino ad incrociare via Tor S.Giovanni. In sella raggiungendo Via della Bufalotta.
Ma è raggiungibile anche in treno scendendo o al Nomentano o al Salario.

Descrizione percorso: Il percorso è facile e relativamente breve ma può essere raggiunto partendo in sella dalla propria abitazione..
Il giro inizia dalla strada asfaltata che si inoltra nella tenuta della Marcigliana, segnalata. Si procede sulla strada superando subito un casale sulla sinistra e dopo pochi km altri casali sulla destra;  dopo 3,3 km finisce l’asfalto e inizia lo sterrato su cui si prosegue dritti e successivamente si gira a sinistra in discesa (alcuni tratti di percorso sono ripidi e richiedono attenzione).
Superato un fontanile a sinistra si prosegue in salita fino ad un incrocio a T, dove si prende a destra (km5,5); proseguendo sullo sterrato dopo meno di 1 km si svolta a sinistra e si prende una ripida discesa in asfalto sino a raggiungere la strada che porta a via di Vallericca; qui si prende a sinistra in direzione  della Salaria e dopo 1,5 km si gira ancora a sinistra sullo sterrato per via di Monte Massa nei pressi di una fabbrica di materiali edili. Si supera la sbarra e si prosegue in salita e poi in saliscendi su un percorso sterrato che può presentare dei tratti molto fangosi nelle stagioni piovose.
Proseguendo sullo sterrato si arriva ad un’altra strada con fondo breccioso, qui si prende a sinistra (km14,5) per proseguire in discesa fino ad un bivio dove si svolta a destra; la strada prosegue in piano per circa 1km e poi prende a salire sino ad arrivare ad un altro incrocio a T dopo aver superato una sbarra km 17 (bivio incontrato all’andata) .
Al bivio si riprende la strada già percorsa all’andata, scendendo fino al fontanile e poi rifacendo lo sterrato in salita (che presto ridiventa asfalto) e ripercorrendolo a ritroso si torna al punto di partenza.
Questo percorso offre la possibilità di diverse variazioni senza possibilità di perdersi.

domenica 16 dicembre 2012

n. 4 - MALAFEDE E TENUTA VASELLI

 MALAFEDE E TENUTA VASELLI

Livello generale: facile
Difficoltà tecnica: °
Difficoltà fisica: **

Lunghezza:35 km
Dislivello totale: 300 m
Periodo consigliato: tutto l’anno
Tempo impiegato: 2 ½ h
Generale: giro gradevole, soprattutto quando non si vuole prendere l’auto e uscire da Roma. Il percorso si svolge nel Parco Naturale urbano di Decima Malafede, fra aziende agricole e pinatggioni. Tranquillo e apprezzabile da tutti. Nella stagione calda si può abbinare ad un bagno alla vicina spiaggia.
Il giro parte da via Valle della Perna (Stabilimento Nicolai): da Spinaceto. Se si viene in auto, da Roma, si sotto passa la Pontina, sotto il cavalcavia  che permette d prendere la complanare in direzione sud, dopo 1 km circa  a sinistra prende inizio via valle della Perna. Volendo è possibile anche utilizzare il trenino Rm-Ostia fermata Vitinia.



Descrizione tecnica del percorso: seguire via valle di Perna fino all’ incrocio con  via Casale della Caccia da qui si raggiunge via di Trigoria poi a destra fino ai campi della S.S. Roma  si perimetra il recinto a sinistra,  dove termina, sulla sinistra diparte una sterrata via isola di Capo Rizzato, percorrere e superato un maneggio dopo una breve salita  si torna su asfalto. Prendere a sinistra e proseguire fino ad una traversa sulla destra, via Acquappesa, dritti in discesa si sbuca su via Falerna e raggiungere la Tenuta Vaselli. Arrivati alla Tenuta, si prende a sinistra e si segue la sterrata principale ai margini di un bosco in una verdeggiante vallata. Oltrepassare il ponticello sul fosso a destra si sale verso una torre, facente parte del complesso di casali della tenuta. Continuando in leggera salita si giunge ad un altro casale, che rasenta la Via Pontina (chiedere il permesso per oltrepassarlo). Percorrendo il vialetto di olivi si raggiunge il Casale S. Gioacchino qui girare a destra; superato un avvallamento, sulla collina dove lo sterro gira a sinistra si tiene la destra e superando la bassa rete per il bestiame si scende nella vallata a sinistra (in primavera lo sterrato e’ sommerso dalla vegetazione e può essere difficoltoso seguire la traccia nascosta dall’erba alta) e risale ancora a sinistra la valle fino al piazzale dei tre silos punto chiave della Tenuta.
Raggiunto questo punto, a destra in leggera salita per qualche chilometro tra campi coltivati e casali abbandonati in una piacevole pedalata si raggiunge la via Laurentina; da qui sarà necessario ripercorre la stessa fin prima dei silos.
Dai tre silos si costeggia il fosso e si raggiunge il primo ponticello, così  ripercorrendo lo sterro fino a ripercorrere via Falerna si raggiunge via Arena. Al bivio a sinistra e in breve si incrocia via di Trigoria, casale. Di fronte, attraversando la strada tra due colonne rosse, si supera una sbarra e si prosegue fino ad un cancello, girando a destra in breve si torna su via Casale della Caccia. Percorrere questa fino all’incrocio con la Coop. Agricoltura Nuova, qui a sinistra e dopo un centinaio di metri a destra tra il bosco e gli ovili questa variante con un ampio giro verso sinistra porta di fronte al maneggio di via Valle della Perna dove poco piu’ avanti a  destra e’ iniziato il giro.
L’indicazione grafica presenta uno dei possibili scenari di escursione, ma questo giro permette diverse modifiche. Il luogo è tranquillo e non ci si può perdere quindi ci si può lanciare alla scoperta di variazioni.





n. 3 -IL PARCO DI VEJO

IL PARCO DI VEJO

Livello generale: facile
Difficoltà tecnica: °
Difficoltà fisica: **

Lunghezza: 41 km
Dislivello totale: 470 m
Periodo consigliato: tutto l’anno
Tempo impiegato: 3 h
www.parks.it/parco.veio

Generale: Si tratta di un percorso extraurbano classico e facile adatto a biker per un allenamento cittadino. Si potranno comunque godere interessanti scorci panoramici e stimolanti aspetti storici. Asfalto per circa la metà ma su strade, poco frequentate. Se s è amanti della natura e delle escursioni immerse nel verde il parco di Veio rappresenta un’ottima opportunità per una piacevole giornata all’aria aperta Il percorso è vario e cosparso di difficoltà tipiche della mtb, tra cui anche il guado di un torrente.
Il giro parte da Ponte Milvio in piena città, ma è possibile partire anche dalla Giustiniana, raggiungibile dalla Cassia, oppure con il treno per VT..

Descrizione tecnica del percorso: il giro parte da Ponte Milvio, e percorre una parte della pista ciclabile in direzione Labaro; dopo ca. 6 km si lascia la ciclabile e si esce a sinistra su Via di Vitorchiano, per poi superare il cavalcavia della Salaria.
Passato il ponte (attenzione alle auto in transito) si gira a destra e poco dopo a sinistra su via Valle del Vescovo; questa termina con un cancello che comunque ha un passaggio a lato. Superato il cancello la strada diviene presto sterrata e si inoltra nella campagna (ca. 3,5 km); quando questa si allarga si prende a destra per uscire dopo su via di Grottarossa e poi seguire via 4° Peperino fino alla rotonda. Qui si prende per via Veitana-Vetere, dove si passa ancora un cancello e al trivio si prende la strada centrale: uno sterrato che attraversa aziende agricole, fino ad un altro cancello grigio con un passaggio laterale. Superatolo si raggiunge poco dopo via della Giustiniana e quindi, di fronte ad un vivaio sulla destra, inizia via Prato della Corte.
Il percorso corre, in parte, parallelo alla Cassia-bis; si prosegue per via Prato della Corte su asfalto di campagna, in continuo saliscendi fra case agricole, fino alla fine dell’asfalto dove la strada prosegue in sterrata larga sotto una fila di pini fino ad un bivio dove si prende a destra (la strada di sinistra sarà quella del ritorno).
Si prosegue quindi sulla destra su sterrato comodo in saliscendi fino ad arrivare al Casale della Vaccareccia dove trovasi un cancello del campo di volo; si supera il cancello, e si prende il percorso indicato per le mtb, in discesa, proseguendo fino ad uscire dal campo di volo, dove si avrà il piacere di un panoramica sul Formellese.
Si prende a sinistra sullo sterrato (attenzione diviene più difficoltoso) proseguendo fino a raggiungere un quadrivio dove di gira a destra per via Monte dell’Ara (il percorso diviene più sconnesso e con cambi repentini di pendenza). Si prosegue fino a passare accanto al Parco Naturale della Selvotta e poco dopo si sbuca su asfalto per proseguire a sinistra  su via Casale Ceveri , e passare il cavalcavia dell’autostrada sulla destra. Il percorso, su asfalto, prosegue passando accanto alla Centrale elettrica di Formello, fino al bivio dove di prende a destra e poco dopo a sinistra; si segue l’indicazione bed&breakfast Antica Petrara fino al quadrivio in alto dove si prende a destra una cementata in forte pendenza, che presto diviene sterrata di campagna piuttosto sconnessa.
Si prosegue per questa via panoramica a mezza costa fino al bivio di via Selva Piana, questa, in leggera salita, passa in mezzo ad una tagliata di tufo fino ad un bivio dove si prende a sinistra per via Valle di Pelle e si prosegue fino ad un bivio a destra su asfalto che si percorre e dopo una breve salita a sinistra su via Monte Statua (sterrata) si è su via Canepinara.
Si continua su questa sterrata in saliscendi con diversi strappi in salita fino al bivio dove si prende a destra e si prosegue su asfalto fino a raggiungere un piazzale-parcheggio che esce sulla Formellese, si prende a sinistra fino a raggiungere la prima sosta: il paese di Formello. Qui si può fare una sosta e visitare il piacevole borgo antico.
Il percorso riprende ripercorrendo, per poco la Formellese, per arrivare fino all’altezza del Comando dei Carabinieri dove si prende sulla destra una strada in asfalto in forte discesa (via Fossi Vecchi) che si percorre tenendo la sinistra che diviene di cemento fino ad una sterrata (via P.M. Aguzzo).
Qui ci si ritrova al quadrivio dell’andata, dove trovasi l’Antica Petrara, si prende la strada dell’andata  fino a bivio con la centrale per proseguire verso la zona industriale e, dopo la Centrale, sulla sinistra, una strada con cartello ristorante Prato Roseto, si segue l’asfalto sulla sinistra, via di Vaccareccia, che riporta al quadrivio dell’andata, qui si prende via Monte dell’Ara in direzione opposta a quella dell’andata, sulla destra., strada in asfalto di campagna che costeggia la Cassia, fino ad arrivare allo stop; qui si prende  a sinistra la Formellese-sud  fino all’altezza del cartello – a destra- Colline di Vejo Az. Agricola  e si prende lo sterrato di fronte: vicolo Fomellese.
Si prosegue su questo per ca. 1 km e poco dopo si incontrano due cancelli molto grandi, aperti, uno di fronte all’altro; si prende quello di destra che si apre su un  tracciato in mezzo al campo coltivato e scende passando accanto a piccole aree pic-nic. Si continua per lo sterrato in saliscendi fino a raggiungere la cascatella di Vejo. Altra piacevole sosta per divertirsi a by-passarla con la bici. Si oltrepassa la cascatella e si prosegue tenendo la sinistra fino ad incontrare l’asfalto che a sinistra porta ad Isola Farnese. Si sale al borgo che assolutamente vale una sosta e una visita. Se si ha tempo è possibile anche visitare le rovine di Vejo.
Per tornare si riscende la strada che sale al paese e prima della fontana sulla sinistra una strada  sterrata in forte discesa sconnessa, (via Prato della Corte che si ricollega, tendenzialmente con quella dell’andata) fino al torrente (fosso Fiordo), che occorre guadare facendo attenzione; poi si risale dalla parte opposta sulla sinistra e si continua fino ad incontrare una sterrata bianca larga con una casa rosa sulla destra,  si prende a  sinistra e al bivio, subito dopo, ci si ritrova alla grande strada dei pini dell’andata. Qui si segue il percorso dell’andata fino a tornare al punto di partenza.   






n. 2- Passaggio a N/O Roma




Roma -Passaggio a Nord/Ovest

Difficoltà  generale:  medio
Diff. Tecnica: °
Diff. Fisica: **

Lunghezza: 100km
Disl. tot.:200 mt
Periodo consigliato:  tutto l’anno
Tempo tot. di percorso: 6 ore

Generale: Questo itinerario è molto interessante perché permette un bell’allenamento senza allontanarsi dalla città, presenta una difficoltà discreta data dalla lunghezza del percorso ma senza dislivello. Il percorso alterna tratti di sterrato a parti di asfalto e pista ciclabile. Giro fluido ma lungo per cui si rammenta che c vuole un discreto allenamento; è vero però che ci sono diverse “vie di fuga” se si è stanchi o ci si è attardati troppo. Si ricorda che se si vuole affrontare impegnando cosi l’intera giornata è consigliabile dotarsi di illuminazione di emergenza.

Il percorso inizia dal ponte di Mezzocammino prendendo il marciapiede del vecchio ponte del GRA (oggi contiguo alla rampa di immissione dalla Ostiense ad uscire da Roma) e subito dopo a destra seguendo le indicazioni L'Anaconda.

Descrizione tecnica del percorso: Passati sotto il GRA si prosegue per alcuni km lungo la sommità arginale del Tevere sino quasi a raggiungere la Portuense a Ponte Galeria. Superato il Rio Galeria si prosegue dapprima sulla sommità arginale e poi su sterrate bianche sino a costeggiare CommerCity e la Fiera di Roma. Attraversata la Portuense immediatamente prima del nuovo complesso edilizio che comprende il Centro Leonardo, Cine Citè e Ocean.
Si supera la linea Ferroviaria e l'autostrada Roma-Fiumicino sfruttando un vecchio ponte chiuso (attenzione al salto alla fine del ponte) e proseguire dritti (passando a fianco di Decathlon) e costeggiare l'aeroporto.
La strada prima asfaltata diviene sterrata e sbuca su via di Muratella che si percorre a sinistra per pochissimi metri prima di girare a destra per una strada che a sua volta, subito dopo essere passati sotto il ponte ferroviario, si abbandona per una sterrata dirigendoci in località Monte Sallustri sin quasi a raggiungere la stazione di Maccarese (possibile via di fuga prendendo il treno alla Stz. di Maccarese).
Non prendere a sinistra per la Stazione di Maccarese, ma girare a destra per il Quartaccio. Al quadrivio prendere a sinistra (dritti si raggiunge Malgrotta) e subito dopo si giunge a Castel di Guido che si attraversa per dirigerci in direzione Grottoni.
A Castel Di Guido è possibile fare rifornimento di acqua. Davanti alla chiesa prendere la sterrata (attenzione quando all’attraversamento stradale).
Giunti a Grottoni/Valle Santa si svolta a sinistra; seguire per un breve tratto l’asfaltato ca. 3 km di via di Boccea in direzione S Maria di Galeria/Osteria Nuova (attenzione al traffico) si lascia svoltando a destra per una piccola stradina "Via Quarto di Galeria". Da qui si giunge in località Lanciafava e si sbuca sulla via Glaveno dove si svolta a sinistra e si prosegue sino a via Chivasso che si prende a sinistra.
Subito dopo a destra per via Castellamonte e ancora a destra per via Ceva. Seguono: a destra per via Cherasco, sinistra per via Rivoli sino a sbucare a Via della Storta a destra e poi a sinistra per via Guglielmo Girardi. Attraversare il Villaggio San Giuseppe sino a prendere via Rezzato e proseguendo dritti si supera il GRA sino al Casale Lucchina, in prossimità del depuratore.
Giunti ad Ottavia costeggiamo l’abitato sino alla via Trionfale in poco tempo si raggiunge la località Insugherata e da lì dopo un tratto sterrato nella Valle dell'insugherata sino a Tomba di Nerone dove prendiamo via Campodimele.

Giunti sulla Cassia prendiamo via Grottarossa. Un breve tratto asfaltato che lasciamo momentaneamente per aggirare sulla sinistra Ospedaletto Marziale e poi riprendiamo per lasciarla definitivamente a sinistra per una sterrata che ci fa sbucare sulla via della Giustiniana che dalla Cassia porta a Labaro (passando sotto la Cassia BIS). Da qui, alla fine di un rettilineo prendiamo uno sterrato, e superati due cancelli un ultimo tratto di asfalto ci permette di raggiungere Grotta Rossa dove prendiamo la Ciclabile del Tevere in direzione SUD sino al punto di partenza.
In alternativa per accorciare il giro quando siamo su via Grottarossa nel punto in avremmo svoltato a sinistra proseguiamo 1 km ancora e svoltiamo invece a destra per via di Valle Vescovo (lavori in corso per asfaltarla). All'incrocio prendiamo a sinistra (di fronte abbiamo un vecchio cancello) e passato il cancello verde (sulla sinistra lo spazio sufficiente per passare la bici verticale) e un tratto di sterrata sino al successivo cancello (spesso aperto o in alternativa un sentiero ripido subito prima sulla destra) sbuchiamo a destra sulla Flaminia vecchia che percorriamo pochi metri sino a via Vitorchiano che prendiamo e proseguiamo dritti oltre il ponte della Flaminia (nuova) sino alla ciclabile.



n. 1 – Roma i 4 parchi:
Villa Pamphili, Monte Mario ,Villa Ada e Villa Borghese


Difficoltà  generale = facile
Diff. Tecnica = °
Diff. Fisica =**

Lunghezza = 44 km
Disl. tot.= 400 m
Periodo consigliato = tutto l’anno
Tempo tot. di percorso: 4 h senza break

Generale: Il percorso è adatto a tutti; chi vuole completarlo necessita di una media preparazione fisica, ma essendo in città sono possibili diverse via di fuga, per cui tutti possono cimentarsi. Il  giro presenta alcuni tratti tecnici e quindi permette di allenarsi senza spostarsi dalla città e costituisce un buon allenamento cittadino, per la presenza di piccoli single-track  Dovendo collegare le 4 ville romane, sono previsti brevi tratti asfaltati su strade cittadine che sono molto trafficate.


Descrizione del percorso: La prima parte del giro si svolge nella parte ovest di Villa Pamphili partendo dall’ingresso ovest. Si percorre la sterrata che segue il perimetro della villa fino ad oltrepassare l’ingresso sull’Aurelia Antica, Da qui si giunge, dopo la discesa di V.le. della Botanica, al laghetto, oltrepassato il quale si punta a destra verso una breve rampa in single-track. Si riprende la sterrata perimetrale in senso inverso per girare subito sulla sterrata a destra. Si scende al primo incrocio, a destra, nella parte più bassa della villa (V.le Mafalda di Savoia ) per poi risalire a destra (V.le E. Pajetta ) sulla sterrata che porta, successivamente, nel bosco dove si potrà percorrere un single-track sino a giungere ad una breve e ripida discesa in diagonale (attenzione agli alberi che si trovano alla fine della discesa).
Si rientra, poi, nel bosco girando (alla fine di V.le E. Pajetta) a sinistra su di una breve salita. Si esce dal boschetto e si percorre all’inverso il tratto con i dossi fino ad uscire sulla strada principale (Vle Maria Callas) dove prendendo a destra si arriva all’uscita di via della Nocetta.
In prossimità dell’uscita si gira a sinistra sulla ben visibile salita in single-track che costeggia via della Nocetta fino a risalire verso il punto di partenza.
La seconda parte si svolge nella parte est di Villa Pamphili. Dopo aver oltrepassato il ponte su Via Leone XIII si punta a destra in una lunga discesa fino a girare a sinistra in un single-track in ripida ma brevissima salita; subito dopo inizia una rampa che porta, prendendo a sinistra, in un single-track. Si gira su un tornante a destra e successivamente tramite uno stretto passaggio si entra nel bosco; qui si gira a sinistra e si percorre una discesa ripida.
La traiettoria del percorso, e il possibile fango, possono determinare delle perdite di aderenza del retrotreno quindi controllare con il controsterzo; comunque, attenzione poiché si esce, dopo una breve ma ripida discesa, sulla sterrata sottostante con una staccionata.
Si prosegue a sinistra e successivamente a destra in direzione dell’ingresso di Via Vitellia dove si prende a sinistra nel bosco.
La strada procede in leggera salita con alcuni tratti fangosi. Si prosegue a destra su Viale 8 marzo per poi girare a destra su Viale Casino Algardi . Si entra, quindi, nella zona della villa e, dopo essere arrivati all’ingresso, di Porta S.Pancrazio.
Qui si esce, prestando molta attenzione al traffico,  prendendo la direzione di Piazza di Santa Maria in Trastevere e ci si dirige verso la banchina del Tevere per prendere, dopo aver percorso tutte le scale, la pista ciclabile in direzione nord, stadio Flaminio.
Si prosegue fino all’altezza di Via Teulada da dove si entra nel parco di Monte Mario.Una bellissima salita, abbastanza impegnativa (un buon allenamento dove è possibile anche una cronoscalata) con fondo sconnesso porta allo Zodiaco, dove oltre ad un caffè è possibile ammirare un bel panorama sulla città eterna.
Dopo la sosta si torna indietro sull’asfalto e si prende a destra sullo sterrato; dopo alcuni gradini e passando sotto un arco si spunta su Via Trionfale  (prestare attenzione al traffico). Si percorre un tratto della via Trionfale, verso destra fino alla salita della scuola, per poi rientrare sulla sterrata/single track che delimita il perimetro in alto del parco. Lungo questo percorso si potranno osservare diverse viste panoramiche della città. Si scende su asfalto sino a Ponte Milvio da dove si puntano i manubri verso Villa Ada, lasciandosi la Moschea a sinistra. Si possono fare alcuni passaggi tecnici nella zona di Monte Antenne per poi scendere sempre attraverso single-track al laghetto di Villa Ada. Si possono percorrere alcuni  dei punti più suggestivi intervallando salite e discese su alcune rampe di scale.
Attraverso la Salaria si raggiunge Villa Borghese dove si possono percorrere i viali principali fino al Pincio dove è possibile fermarsi e godere di un’altra vista su P.za del Popolo e sulla città. A questo punto si scende verso Piazza del Popolo, si percorre Via Ripetta arrivando a Castel S.Angelo e attraversando il centro storico ci si dirige verso Trastevere per raggiungere il Granicolo, punto di partenza.



Descrizione storico-ambientale: Villa Doria Pamphili: fu costruita nel 17°  secolo da Camillo Pamphili, su progetto di Alessandro Algardi . Fu situata di fronte le mura romane occidentali presso il ponte di San Pancrazio:I romani chiamarono l’area il Belrespiro
Monte Mario: con i suoi 139 mt d’altezza è il rilievo più imponente del sistema dei colli denominati Monti della Farnesina, e per le sue caratteristiche ambientali è un vero mosaico di diversità biologica ormai raro a Roma: costituisce per la città un bene di inestimabile valore culturale ed ambientale del quale fanno parte ville storiche tra cui Villa Mozzanti, e la Villa Mellini -sede dell’osservatorio astronomico
Villa Ada : nella quale  emergono nella parte privata quelle costruzioni quali la “Villa Reale”ora ambasciata d’Egitto o la Villa  Polissena che parlano chiaramente della storia più prossima di questo parco, e la sua passata destinazione a residenza privata, prima del Conte Tellfener e poi riserva di caccia della famiglia  reale dei Savoia
Villa Borghese: La villa nel 600 : Il nucleo più antico era un modesto appezzamento di vigne, ma ai primi del 600 il Cardinale Scipione Caffarelli Borghese avviò la costruzione della Villa affidandola agli architetti Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio. Dal 1606, anno inizio lavori, le attività si susseguono senza sosta con la partecipazione tra gli altri di Pietro e Gian Lorenzo Bernini .,finalmente nel 1633 venne completata.
Nell’ 800 Alla morte di Marcantonio IV gli successe il figlio Camillo, noto per il suo matrimonio con Paolina Bonaparte. Camillo contribuì all’ampliamento della proprietà e alla magnificenza della villa. Nel corso dell’ottocento la villa fu teatro di eventi spettacolari quali l’ascensione aerostatica a Piazza di Siena.
La passeggiata del Pincio: terminata il 1811 e il 1823 è stata teatro di molteplici interventi di arredo e di trasformazione del verde, conseguenti a situazioni di abbandono e degrado. Ciò nonostante, e nonostante la sua esigua ampiezza, è stata per Roma, fino alla metà del Novecento, il vero e proprio parco cittadino, la promenade urbana, il giardino del popolo romano che ha potuto gustarvi innumerevoli eventi e spettacoli, dalle girandole pirotecniche e dai concerti della banda del maestro Alessandro Vessella, a cavallo tra Ottocento e Novecento, fino agli appuntamenti musicali odierni. Ancora oggi è meta di passeggiate e il piazzale Napoleone, che si affaccia su Piazza del Popolo, è luogo prediletto dai romani e dai turisti.

mercoledì 12 dicembre 2012

Sapersi orientare ..

L’Orientamento cenni


Se dobbiamo andare in un ufficio, un negozio ecc. che non conosciamo  in città ci serviamo dello “stradario”  cerchiamo di capire che strada fare facendo riferimento ad un itinerario che tracceremo  sulla mappa cittadina in questo siamo facilitati dal fatto che ogni via ha un nome, ci sono piazze, monumenti importanti, ecc.  inoltre possiamo chiedere a chiunque informazioni.
Fuori della città le cose non sono molto diverse a condizione che si abbia una buona conoscenza della cartografia, si pianifichi preventivamente il percorso da fare, si studi l’orografia generale della zona.
Se andiamo a seguire un itinerario già descritto, riporteremo passo passo su una fotocopia della carta topografica il percorso evidenziando i punti chiave, se intendiamo creare un giro in una zona non conosciuta prediligeremo  sulla carta un tracciato evidente per familiarizzare con il luogo e successivamente si andranno a vedere le varianti per armonizzare il cammino.

Le Carte Topografiche

Come lo stradario le carte danno informazioni per orientarsi in luoghi non urbanizzati, purché siano in scala appropriata all’utilizzo che ci occorre: al 10.000 al 25.000 al 50.000 ciò vuol significare che un unità sulla carta è uguale a tante volte sul terreno, es. su scala 1:10.000 un centimetro in carta è 10.000 cm sul terreno cioè 100 mt.
Oltre ad avere tutte le strade asfaltate le carte in piccola scala hanno ogni possibile viabilità fino alle tracce di pista e indicazione  di ogni particolare stabile sul terreno come recinzioni muretti a secco,  ruderi, abbeveratoi, linee elettriche poi oltre ai nomi di monti colli fiumi torrenti ecc. ogni luogo ha un nome come i casolari i fondi le macchie ecc.
Quindi per potersi districare in questa grande quantità di nomi e simboli è indispensabile consultare ed imparare i segni convenzionali a margine di ogni carta.
Le distanze in carta sono rilevabili misurando i vari tratti di tragitto e rapportando la misura con una apposita scala grafica presente sulla carta considerando però che solo in situazione di terreno pianeggiante la misura sarà esatta perché sulla carta abbiamo la proiezione planimetrica mentre nei casi con distanze a quote diverse la distanza sarà necessariamente maggiore.
Proprio con l’indicazione  delle quote attraverso le curve di livello equamente distanti tra loro   la carta rende la rappresentazione dell’orografia dando vita a valli, cocuzzoli, cime, doline (depressioni) e ogni altra forma di variazione di quota.
La carta va utilizzata con la bussola per posizionarla esattamente in riferimento al terreno, e con il loro uso combinato si deducono gli azimut (direzioni)  per spostarsi facendo riferimento ai dati della carta per raggiungere un punto prefissato.
Sono ormai di pratico uso apparecchi GPS  basati su segnali  trasmessi dai satelliti che forniscono sorprendenti tracciati, altimetrie quote e dati, ma la conoscenza di base dell’orientamento manuale è insostituibile, e indispensabile al buon uso dei GPS stessi.
Nell’attività escursionistica l’orientamento e la consultazione della carta è fondamentale se ne deduce che tale argomento va affrontato seriamente leggendo libri e manuali sull’argomento, seguendo un Corso specifico e cominciando a procurarsi la carte delle zone principalmente frequentate tracciando gli itinerari percorsi così da cominciare  a vedere l’insieme dei simboli come la realtà che scorre sotto le ruote della nostra MTB.

Patrizia Càtera e Orazio Carallo